La Metamorfosi è stata sempre al centro del pensiero umano. Fin dall’antichità l’immaginario collettivo era popolato da esseri ibridi e mostruosi capaci di abilità straordinarie. Ancora oggi, quando pensiamo alle caratteristiche dei supereroi riteniamo che, per essere tali, debbano possedere capacità al di fuori dall’ordinario.

Abilità, poteri, agilità sovrumana, capacità di volare, sviluppo di uno qualsiasi dei cinque sensi sono solo alcune delle caratteristiche che fanno di un uomo comune un supereroe.

La metamorfosi è simbolo di cambiamento, di rinnovamento e spesso rappresenta la possibilità di migliorarsi, di creare nuove opportunità di salvezza.

I supereroi riescono a rovesciare le sorti del loro destino da rovinoso a favorevole. La metamorfosi è una trasformazione a uomo nuovo capace di intraprendere un viaggio straordinario di formazione e portare a compimento un percorso di crescita fisica e spirituale.

Non tutti però sanno cogliere la metamorfosi come un beneficio. Essa è spesso causa di tristezza, solitudine, sconforto e sventura.

Ecco alcuni esempi di Metamorfosi.

Storie di Metamorfosi mal riuscite

 Icaro

 

“Come Icaro, vola vicino al sole e brucia senza riserbo se è questo che desidera il tuo cuore”

Secondo la mitologia Greca, Icaro era il figlio dell’inventore Dedalo e di Naucrate una schiava di Minosse.

Minosse comandò a Dedalo di costruire un labirinto per il Minotauro nell’isola di Creta. Quando l’opera fu ultimata, a Dedalo e a suo figlio fu impedito di andare via, perché Minosse temeva che potessero svelare i segreti del labirinto, fu così che loro stessi divennero prigionieri del luogo che avevano creato.

Per scappare dal labirinto Dedalo costruì delle ali con delle penne e le attaccò ai loro corpi con la cera trasformando così entrambi in uomini alati.

 

icaro

L’inventore avvertì il figlio: “Non volare troppo in altro altrimenti la cera si scioglierà e non volare troppo basso altrimenti le ali si inumidiranno con l’acqua del mare e diventeranno troppo pesanti. 

Il peso delle piume sarà così insopportabile da farti affondare”.

Malgrado gli avvertimenti del padre Icaro si fece prendere dall’ebbrezza del volo e si avvicinò troppo al sole.

Il calore fuse la cera e lo fece precipitare a mare dove morì.

Dedalo arrivò sano e salvo in Sicilia dove costruì un tempio dedicato ad Apollo, in memoria del figlio.

Lucio l’asino

Mentre quello raccontava queste cose, io facevo il paragone tra la mia antica fortuna e la presente disgrazia, tra Lucio felice di allora e l’asino infelice di adesso, gemevo nel profondo dell’anima” (Apuleio – Le Metamorfosi)

L’uomo è sempre stato spinto alla Curiositas, dalla voglia di vivere nuove esperienze e dal desiderio di poter testare su di sé alcune delle caratteristiche fisiche che appartengono solo al mondo animale.

Lo sa bene Lucio, protagonista delle “Metamorfosi” di Apuleio, che arrivato in Tessaglia terra abitata da maghi, manifesta subito questo lato distintivo del suo carattere che lo condurrà ad incappare nelle più oscure trame di sortilegi che animano quei luoghi.

In Tessaglia Lucio, ospitato dal ricco Milone e da sua moglie Pànfile, maga espertissima, riuscì ad ottenere i favori della servetta Fotide per assistere alla straordinaria trasformazione di Pànfile in gufo. Pànfile mutava forma ogni sera per raggiungere i suoi amanti.

Lucio l'asino

Lucio desiderò ardentemente sperimentare su di sé la metamorfosi e chiese a Fotide di aiutarlo.

La serva acconsentì ma, nella fretta sbagliò unguento, Lucio venne trasformato in asino e restò intrappolato in un corpo da animale pur mantenendo capacità di ragionamento umano.  

 

Fotide rivelò a Lucio che, per tornare umano, avrebbe dovuto cibarsi di rose, da qui inizierà una lunga serie di peripezie per il protagonista. Infine a Corinto gli apparirà in sonno Iside che gli annuncerà una festa solenne in suo onore il giorno dopo.

Nel corso della cerimonia Lucio riuscirà a mangiare le rose e a riprendere forma umana, in segno di riconoscenza si consacrerà alla dea Iside.

La metamorfosi come punizione

La bella e la bestia

“È inutile illudersi. Quella ragazza non vedrà mai niente in me… tranne che un mostro”

La rosa è spesso simbolo di metamorfosi e cambiamento, ricordiamo la favola della Bella e la Bestia.

Un giovane principe, bellissimo ma crudele, viveva in uno splendido castello. Una sera d’inverno un’anziana mendicante bussò alla porta chiedendo ospitalità in cambio di una rosa.

Il principe disgustato la mandò via. La mendicante divenne una bellissima fata, dichiarando di aver messo alla prova la sua bontà ma resasi conto della sua crudeltà lo trasformò in una orribile Bestia e il castello in un luogo oscuro e tetro. Stessa sorte toccò ai suoi abitanti che vennero tramutati in oggetti parlanti.

Vergognandosi del suo aspetto la Bestia si nascose nel castello e uno specchio magico divenne la sua unica finestra sul mondo esterno.

La fata gli concesse una possibilità di redenzione. La rosa, che era davvero una rosa magica, sarebbe rimasta fiorita fino a che il principe non avesse compiuto il suo ventunesimo anno. Se il giovane fosse riuscito ad amare e a sua volta a farsi amare nonostante l’aspetto prima che la rosa perdesse tutti i petali l’incantesimo sarebbe cessato. In caso contrario, il principe sarebbe rimasto per sempre una bestia.

Con il passare degli anni il principe cadde in preda allo sconforto e perse ogni speranza… chi avrebbe mai potuto amare una Bestia?

In un villaggio vicino viveva Belle, una ragazza considerata strana perché amava leggere, aveva sempre la testa tra le nuvole e rifiutava l’assidua corte di Gaston, l’uomo più attraente del paese.

Il padre di Belle, Maurice, era un inventore. Un giorno Maurice, partì per la fiera ma, durante il tragitto, sbagliò strada perdendosi nel bosco. Disarcionato dal cavallo e inseguito dai lupi l’uomo arrivò davanti a un castello tetro e all’apparenza disabitato.

Era il castello incantato dove viveva la Bestia! Ignaro del pericolo, Maurice cercò rifugio proprio là dentro rimanendo imprigionato nelle segrete per ordine di quell’essere mostruoso.

Giorni dopo Belle capì che doveva essere successo qualcosa di brutto a suo padre perchè vide tornare indietro il cavallo. Così fidandosi dell’animale si fece portare in quel luogo spaventoso. Camminando lungo i corridoi, Belle arrivò nella cella dove suo padre era rinchiuso.

Improvvidamente la raggiunse alle spalle un essere spaventoso impedendo di liberare l’uomo. Belle allora fece un patto con la Bestia, sarebbe rimasta lei per sempre al castello al posto di suo padre.

Con il passare dei giorni la ragazza riuscì a fare amicizia con gli oggetti parlanti e a migliorare gli atteggiamenti bruschi e schivi della creatura.

Per concessione della Bestia, Belle, tramite lo specchio magico, venne a sapere che il padre era molto malato. La Bestia allora acconsentì a lasciandola libera di ritornare al villaggio. Quando arrivò, la ragazza capì che Gaston voleva fare richiudere in manicomio Maurice a meno che lei non accetti di sposarlo.

Belle fu costretta dalle circostanze a svelare l’esistenza della Bestia in modo da dimostrare che il racconto fatto dal padre era vero; Gaston radunò attorno a sè una folla di persone per andare ad uccidere la creatura.

La gente guidata da Gaston entrò al castello con la forza e sferrò il colpo di grazia alla creatura ferendola gravemente.

Mentre la Bestia si trovava in fin di vita, Belle rivelò il suo amore, spezzando così l’incantesimo. Il castello ritornò al suo antico splendore, i suoi abitanti esseri umani e la bestia un principe. Il principe sposò Belle coronando i loro sogni.

Atteone – tratto delle Metamorfosi di Ovidio

“ Andava per predare e divenne egli stesso preda” – Ovideo Metamorfosi

Atteone, mentre era intento in una battuta di caccia, si imbatté casualmente nella grotta in cui Diana e le sue compagne facevano il bagno.

La dea accorgendosi della sua presenza, adirata per l’oltraggio subito, gli spruzzò dell’acqua sul viso trasformandolo in un cervo, così da impedirgli di raccontare ciò che aveva visto.

Il cacciatore specchiandosi nell’acqua si accorse del suo aspetto mutato, scappò e inseguito dai suoi cani fu sbranato.

Apollo e Dafne –  tratto dalle Metamorfosi di Ovidio

“Senza più forze, vinta dalla fatica di quella corsa allo spasimo, si rivolge alle correnti del Peneo e: «Aiutami, padre», dice. «Se voi fiumi avete qualche potere, dissolvi, mutandole, queste mie fattezze per cui troppo piacqui». Ancora prega, che un torpore profondo pervade le sue membra, il petto morbido si fascia di fibre sottili, i capelli si allungano in fronde, le braccia in rami; i piedi, così veloci un tempo, s’inchiodano in pigre radici, il volto svanisce in una chioma: solo il suo splendore conserva.
Anche così Febo l’ama e, poggiata la mano sul tronco,
sente ancora trepidare il petto sotto quella nuova corteccia e, stringendo fra le braccia i suoi rami come un corpo, ne bacia il legno, ma quello ai suoi baci ancora si sottrae. E allora il dio: «Se non puoi essere la sposa mia, sarai almeno la mia pianta. E di te sempre si orneranno, o alloro, i miei capelli, la mia cetra, la faretra; e il capo dei condottieri latini, quando una voce esultante intonerà il trionfo e il Campidoglio vedrà fluire i cortei. Fedelissimo custode della porta d’Augusto, starai appeso ai suoi battenti per difendere la quercia in mezzo.
E come il mio capo si mantiene giovane con la chioma intonsa, anche tu porterai il vanto perpetuo delle fronde!». Qui Febo tacque; e l’alloro annuì con i suoi rami appena spuntati e agitò la cima, quasi assentisse col capo”.

Dopo aver ucciso il serpente Pitone, Apollo si sentì molto orgoglio della sua impresa, tanto da vantarsene con Cupido. Affermò sorridendo che sebbene anche Cupido portasse arco e frecce  non aveva mai affrontato azioni gloriose e quelle armi non sembravano adatte a lui.

Cupido irritato giurò vendetta al dio.  Prese con sé due frecce una d’oro, la freccia dell’amore e l’altra di piombo, che respinge l’amore per dimostrare al dio di cosa fosse capace il suo arco.

Con la prima freccia colpì Apollo e con la seconda Dafne, figlia del fiume Peneo e della madre terra Gea.  Apollo non appena vide la ninfa se ne innamorò subito mentre Dafne alla vista del dio iniziò a fuggire.

Il dio la inseguì elencando tutti i suoi poteri per convincerla a fermarsi ma la fanciulla continuò a correre fino ad arrivare sfinita alla foce del padre Peneo e gli chiese di dissolvere la sua forma, fu accontenta e mutata nella pianta d’alloro. Apollo non potendone farne più sua sposa decise di rendere questa pianta sempre verde e di considerarla a lui sacra. Con questa pianta avrebbe ornato la sua chioma, la cetra e la faretra e in seguito con l’alloro sarebbero stati incoronati i vincitori e i condottieri.

‘Metamorfosi come alienazione

La metamorfosi – Franz Kafka

 “Quando Gregor Samsa si svegliò una mattina da sogni inquieti, si trovò trasformato nel suo letto in un immondo insetto”.

Il protagonista è un commesso viaggiatore, preciso e metodico, Gregor Samsa che una mattina si sveglia e scopre di aver assunto le fattezze di uno scarafaggio. Il suo pensiero però non è rivolto al suo aspetto mostruoso ma al costante ritardo che si sta accumulando, la sua professione lo costringe infatti a rispettare gli orari e le coincidenze ferroviarie che per via della sua mutazione sa già che non riuscirà a rispettare.

La sua mutazione presenta una frattura tra la sua anima e il corpo tra i suoi sentimenti umani e il suo aspetto che si presenta, si muove e si manifesta nel modo di un insetto. Si assiste a uno sdoppiamento dell’unità tra Gregor Samsa uomo e tra la sua parte scarafaggio senza che nel corso del racconto ritorni ad essere né pienamente uomo né diventi del tutto un insetto.

Il dramma di Gregor Samsa è che lui è sempre se stesso e dunque vive e percepisce tutta la disperazione che questa trasformazione comporta. L’incubo di Gregor è causa per gli altri di disagio, angoscia, paura fino a diventare ripugnanza e schifo.

C’è un altro elemento, lo stato claustrofobico in cui vive il protagonista, non riesce a liberarsi dalla sua mutazione e dal corpo che lo imprigiona e lo opprime, e deve subire il fatto di essere prigioniero di se stesso e di dover vivere in una stanza, riducendo ancora di più gli spazi e il movimento.

La metamorfosi è un allegoria dell’alienazione del mondo moderno all’interno della famiglia e della società che si traduce nell‘isolamento del “diverso” e nell’impossibilità di comunicare con i propri simili.

Intorno a Gregor Samsa si andrà a delineare lentamente una sensazione di vuoto che lo  condanna spietatamente al suo destino, senza lasciargli alcuna speranza di salvezza. Egli si troverà vittima due volte, di se stesso e degli altri, che lo rifiutano sia nel contesto pubblico che in quello privato.

Subisce anche l’umiliazione degli altri dove quella paterna è la più terribile e inizia ad assumere un atteggiamento colpevolizzante, su Gregor viene gettata un’ ombra sulla colpevolezza della sua trasformazione che avrebbe messo in atto, non solo perché in questo modo non è più fonte di reddito per la sua famiglia ma anche perché tradisce il patto di subordinazione ed infrange le norme sociali e familiare che fino ad allora aveva seguito.

Quando si accorge di non essere più voluto bene , si lascia morire non mangiando più. La morte per consunzione è il simbolo della diversità di Gregor, che ormai non è più accettata delle regole della società e il diverso, il mostro deve essere eliminato, deve scomparire.

La società perbenista e moralizzatrice non tollera più il diverso e lo schiaccia fino alla morte, la morte acquisisce un senso di liberazione per tutti i cittadini “normali” che non riescono a convivere con chi mostro o diverso che crea problemi umani, sociali, personali e ambientali alla famiglia, ai parenti e a tutta la società

Metamorfosi come dono

Spider-Man

“Da un grande potere derivano grandi responsabilità”

Peter Parker, è un personaggio immaginario dei fumetti creato dallo scrittore Stan Lee e dal disegnatore Steve Ditko.

Peter Parker nacque a Forest Hill ed era figlio di Richard e Mary Parker, Agenti Segreti del S.H.I.E.L.D. che morirono in un sospetto incidente aereo. Peter, ancora bambino, fu accolto in casa dagli zii paterni Ben Parker e May Railly.

Alle superiori era un adolescente timido, che a causa del suo carattere e della sua predilezione allo studio, era spesso oggetto di schermo da parte dei compagni di scuola in particolare del bullo Flash Thompson.

Durante una dimostrazione scientifica un ragno, accidentalmente investito da radiazioni, cadde sulla mano di Peter mordendolo. Il nostro protagonista da quel momento acquista una sorprendente agilità, forza fisica, oltre alla capacità di aderire alle pareti e il “sesto senso del ragno” che gli permette di percepire eventuali minacce. Il desiderio di rivincita e di protagonismo lo spingono a sfruttare i suoi poteri per il proprio tornaconto. Parteciperà ad incontri di wrestler, indossando una maschera per non essere riconosciuto e cercando così di guadagnare dei soldi per aiutare economicamente gli zii.

 

Una sera all’uscita da uno degli incontri di combattimento Peter si rifiuta di fermare un ladro perché non lo ritiene suo compito.

Dopo alcuni giorni lo zio Ben viene ucciso in un tentativo di rapina da quello stesso ladro, da quel momento in poi Peter si opererà per combattere il crimine diventando un vero supereroe.

Tartarughe Ninja

“C’è un solo grido in segno di vittoria… Cowabanga!”

In seguito a un incidente automobilistico, una pericolosissima sostanza radioattiva finì nelle fogne di New York. La sostanza contaminò quattro piccole tartarughe smarrite nel turbinoso evento. Le quattro tartarughe  subirono una mutazione genetica assumendo caratteristiche antropomorfe e facoltà intellettive umane.  

Il loro mentore, il saggio Splinter, Hamato Yoshi, cacciato da Shredder, venne costretto a trovare rifugio nelle fogne dove viveva in stretto contatto con i ratti. Il contatto costante con i topi, a causa della sostanza riadottava lo trasformerà in un roditore antropomorfo, accudirà le tartarughe fin dalla tenera età insegnando loro tutto ciò che conosce.

 

Dopo un lungo addestramento fisico e spirituale nel segreto del sottosuolo cittadino, le quattro adolescenti tartarughe: Leonardo, Raffaello, Donatello e Michelangelo saranno pronte per adempire al destino di combattenti.

Le Tartarughe Ninja cominceranno a percorrere le strade della metropoli, mettendo segretamente giustizia tra i criminali.