La raffigurazione di animali fantastici, creature mostruose e zoomorfe è sempre stata molto comune nell’arte, soprattutto nei secoli medioevali.

In quest’epoca le credenze e le superstizioni popolari portarono alla nascita dell’affascinante mondo del meraviglioso. Frutto dall’immaginario collettivo, il mondo reale era popolato da un’accozzaglia di esseri sorprendenti e mostruosi.

I mostri si ritrovavano ovunque: nelle enciclopedie, nei bestiari, nei racconti di eroici combattimenti e nei resoconti di viaggio.

I mostri del medioevo

L’uomo medievale si ritrova a vivere in un mondo popolato da esseri sorprendenti, e nella sua mente è sempre viva la possibilità di poter incontrare giganteschi draghi sputa fuoco. Queste creature spaventose si ritrovavano raffigurati sulle pareti delle chiese e se ne sentiva parlare nei sermoni in pubblica piazza.

Non bisogna pensare che queste credenze nascevano dall’ignoranza. Sia l’uomo dotto che l’analfabeta condividevano la certezza dell’esistenza di animali fantastici. Il primo li conosceva attraverso i libri, il secondo ne aveva sentito parlare.

Gli eruditi del Cinquecento consideravano il periodo medievale “età di mezzo “o “secoli bui” poiché erano convinti che con i Greci e i Romani la civiltà avesse toccato un livello di perfezione sociale, culturale e artistica impareggiabile per poi bloccarsi e retrocedere nei secoli oscuri del Medioevo.

In realtà i secoli medievali non furono del tutto negativi, in questi secoli nacquero le lingue romanze, le nazioni, le banche e i comuni. Un’ epoca in cui gli amanuensi, con il loro instancabile lavoro di ricopiatura e traduzione dei testi antichi riuscirono a conservare il patrimonio della nostra cultura.

Il forte legame dell’uomo medievale con il soprannaturale

Nei primi secoli del medioevo la religione cristiana si diffuse nel bacino del mediterraneo e nell’Europa occidentale sostituendosi a quella pagana. L’opera di evangelizzazione attuata dalla chiesa influenzò la mente degli uomini e la loro anima.

La religione cristiana offriva la speranza verso una vita oltre la morte e l’uomo Medievale avvertiva un forte legame con il soprannaturale. Per questa ragione il mondo visibile e sensibile era posto a confronto con l’invisibile.

Il mondo terreno era considerato un sogno o un pellegrinaggio verso il mondo spirituale. I confini tra sogno e realtà erano molto sfumati. I miracoli, le visioni, le apparizioni erano comuni agli uomini e accadevano quotidianamente.

Uomo e natura

In questi secoli l’osservazione scientifica della fauna e della flora non era in alcun modo considerata. Lo studio della natura non era ritenuto una fonte attendibile per la conoscenza. L’osservazione era sostituita dall’interpretazione perché il mondo visibile era considerato un insieme di segni. Gli eventi naturali o storici erano visti come manifestazioni oscure e enigmatiche di presenze invisibili buone o malvage.

Il reale e il vero erano da considerarsi due cose nettamente differenti. Il vero non poteva essere spiegato dalla ragione e né dall’osservazione dei fenomeni naturali. Gli artisti e gli illustratori anche se erano perfettamente capaci di rappresentare gli animali in modo realistico decidevano volontariamente di non farlo. Gli animali raffigurati con tutte le caratteristiche reali iniziarono a esserci sono alla fine del Medioevo.

Dal punto di vista dell’uomo e dell’artista medievale le rappresentazioni del meraviglioso erano considerate più veritiere e importanti rispetto a quelle reali, da qui la nascita dei bestiari.

I bestiari

Nel Medioevo i bestiari rappresentano un vero e proprio “genere” metà tra enciclopedie/favole ed erano correlati da illustrazioni e da una dettagliata descrizione delle caratteristiche dell’esemplare e del suo comportamento.

Gli animali fantastici erano catalogati insieme ad animali reali. I bestiari medievali risalgono tutti al Physiologus, di origine greca, e ne costituiscono le versioni modificate e ampliate. Physiologus rappresenta il testo più diffuso e letto del Medioevo dopo la Bibbia. Si tratta di un’opera in greco di autore anonimo probabilmente composta ad Alessandria d’Egitto nel II o III secolo d.C.

Le fonti utilizzate per la descrizione degli animali furono le favole della mitologia greca, la Bibbia, ma le opere di Aristotele e di Plinio.

Il Physiologus si diffuse per ben undici secoli grazie anche alle numerose traduzioni che si susseguirono a partire dal V secolo. Le rielaborazioni e i rimaneggiamenti ci impediscono di risalire al nucleo originario dell’opera.

Il genere continuò nel XIV secolo trasformandosi e introducendo insegnamenti morali e pratici, con consigli su come conquistare la vita eterna, inserendo questioni teologiche e dottrinali.

Reale e fantastico

Il Medioevo è il periodo storico che più di tutti è caratterizzato dal meraviglioso. Il mostruoso e il fantastico si mischiano in modo vorticoso con il mondo reale. L’iconografia del bestiario è la rappresentazione artistica delle paure innate dell’uomo medievale che per esorcizzarle tende dare una forma e un corpo in modo che diventino concreti e affrontabili.

La nascita di questi animali fantastici è legata alle culture orientali e al mondo classico, infatti sia il mondo greco che quello romano erano spesso popolati da creature antropomorfe che spesso mescolavano il loro aspetto con il mondo animale.

Il medioevo non inventa creature dal nulla ma le riprende, le enfatizza e le contamina, fraintendendo spesso le immagini della tradizione riscritta e interpretata da minatori, dotti e chierici.

sirena

Gli animali fantastici nelle rappresentazioni artistiche

La natura di quell’epoca era molto diversa da oggi e l’Europa era ricoperta da foreste che erano luoghi di caccia, della raccolta di frutti e piena di pericoli: lupi, brigati e eventi soprannaturali che incutevano paura.

La concezione simbolica della natura era alla base del linguaggio artistico e il mezzo prediletto per esprimere il linguaggio della fede. Gli elementi della natura avevano una funzione didascalica che si caricava di significati morali. Lo scopo delle immagini non era solo quello di impressionare e commuovere ma anche quello di insegnare ad essere buoni cristiani. Il comportamento umano veniva associato in analogia con quello degli animali. Il simbolismo diventa un modo per raggiungere Dio.

La scienza medievale ha il gusto del meraviglioso per catturare l’attenzione del lettore con tutti i mezzi, ma anche perché la natura non è mai autonoma, oggettiva. La natura è vista come una scala di simboli che rimandano a Dio.  La scienza deve comportare la riflessione sulle cause dei fenomeni e decifrare una serie di messaggi divini.

La leggenda pars pro toto

L’origine di animali mostruosi è molto antica nella storia dell’umanità. Secondo la leggenda pras pro toto , basta infatti impossessarsi di una parte significativa di qualsiasi animale per acquistare potenza, velocità e forza.

I soggetti allegorici che troviamo nel medioevo derivano dagli antichi popoli sumerici che nelle rappresentazioni univano varie forme di animali per rappresentare degli spiriti maligni.

Dai mesopotamici, greci e  romani il medioevo eredita esseri che si ponevano a metà tra gli dei e gli esseri uomini e si credeva abitassero gli inferi o i luoghi più lontani e desolati della terra, come : deserti, foreste e montagne.

La tradizione parlava di esseri che nessuno aveva mai visto, ma tutti affermavano la loro esistenza in terre lontane e sconosciute. Negare significava andare contro i più grandi scrittori del passato e nessuno poteva farlo: la loro esistenza era un postulato perché non c’erano prove contrarie.

Gli animali medievali e gli animali fantastici del medioevo

La zoologia medievale divide gli animali in cinque famiglie in visione ampia: i quadrupedi, gli uccelli, i pesci, i serpenti e i vermi. Non si conosceva la nozione di mammiferi e venivano considerati pesci anche i cetacei e tra i vermi si annoveravano tutti gli animali di piccole dimensioni tra cui i topi e alcuni cetacei.

Gli animali fantastici si possono suddividere in tre categorie:

  • L’animale mostruoso : vale a dire animali reali cui vengono attribuite parti deformate oppure animali composti da elementi che appartengono a specie differenti, come la chimera o il grifone;
  • l’ibrido uomo-animale, come la sirena e il centauro,
  • l’animale-vegetale, come l’anatra vegetale o animale-minerale;
  • la specie immaginaria, come la fenice o l’unicorno.

Anche il mare, considerato il riflesso della terraferma, era popolato da animali straordinari : tutto ciò che esisteva sulla terra doveva esistere anche in mare. Tra gli abitanti dell’Oceano ricordiamo la sirena. La sirena del mondo antico era raffigurata come donna- uccello con gradi ali, nelle rappresentazioni medievali subisce un’importante metamorfosi diventando una donna-pesce ma mantenendo il suo canto meraviglioso. Le sirene vennero private delle loro ali perché solo gli angeli potevano essere rappresentati in tal modo. Non mancarono gli ibridi vegetali, come gli alberi che producevano agnelli e anatre e quelli da cui nascevano esseri umani.